Il San Lorenzo ci è stato consigliato e suggerito come un posto rustico, tradizionale, con un arredo congelato agli anni 60, una razdora d'una volta in cucina, poche pretese ma molta sostanza. Ci siamo quindi avvicinati alla meta con buone aspettative, visto che le caratteristiche di cui sopra sono esattamente quello che normalmente ricerchiamo.

Il locale rienta esattamente nelle aspettative: chiassoso, familiare, alla buona, insomma un'ottima premessa per una serata tranquilla all'insegna della buona cucina emiiiana.

I primi non smentiscono i buoni consigli ricevuti: tortellini in brodo fatti a mano, notevoli, e tortelloni vecchia modena speciali per pasta e ripieno. Risotto ai funghi nella media. Sui secondi invece arriva qualche sorpresa sgradita: nonostante un filetto al pepe e una grigliata (non alla griglia ma spadellata) tutto sommato gustose e ben cotte, il gnocco e le tigelle sono proprio scadenti. Forse per un problema d' olio, il gnocco risulta di una pesantezza assoluta, e le tigelle secche e farinose. Anche l'affettato non brillava.

Una porzione di rane fritte, prese più per sfizio che per fame, non aggiungeva infamie o lodi al contesto.

In seguito si passava poi a dolci nella norma, abbastanza godibili, se non fosse per il sapore di unto che ancora persisteva.

Cena annaffiata da un onesto sangiovese e un modesto lambrusco di sorbara, con il corollario di limoncello e nocino industriali.

Insomma, se l'ingordigia  ci avesse risparmiato la scelta del gnocco e tigelle, facendoci limitare ai primi e alle carni, staremmo scrivendo non della migliore cena di sempre ma sicuramente di una serata culinariamente soddisfacente: invece ahinoi, ce ne torniamo a casa col ricordo di uno dei peggiori gnocchi e tigelle di sempre. Anche se, vista la gentilezza e la premura del personale, siperiamo si tratti dell'inconveniente di una sera!

Poteva andare meglio..