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Via del Ponte Oglio 1312, Acquanegra sul Chiese, MN
Valutazione:
Consigliato!
Prezzo a persona:
46.00 €
Servizio utilizzato:
Commenti:
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Tag assegnati:

Gerry

ha visitato il locale il 05/04/2010 Gerry avatar
20 Recensioni scritte dal 15/04/2009 303 Punti

Pasquetta!
La gitarella “fuori porta” è la scusa per andare a farsi una "mangiatina" a qualche kilometro di distanza, ma senza esagerare perchè la squadra non ha voglia di passare più tempo in macchina che a tavola.
Altra necessità: che il luogo presclto ci consenta di fare una passeggiata rilassante per avviare la digestione.
Poi, se la gamba ce lo consente, anche qualcosa in più: magari mezza digestione!
La scelta cade sul Ristorante Al Ponte ad Acquanegra sul Chiese.
Claudio e la Lore ci son stati alcune settimane addietro e si son trovati bene: i tortelloni di zucca son finiti in cima alla classifica dei loro “tortelli del buon ricordo” e i “saltarei fritti” sembrano aver lasciato il segno, anche loro.
Da Modena a Parma, in autostrada, e poi su verso Casalmaggiore, Piadena, Canneto sull'Oglio e Acquanegra.
Non ho tenuto il conto, ma saranno 90 kilometri, di cui una cinquantina su strada normale: un'oretta e mezzo a passo festivo.
Il locale è fuori Acquanegra, sull'Oglio e non sul Chiese, all'imbocco di un bailey stretto stretto, da una macchina per volta, con dei fittoni da ambo i lati per limitare la carreggiata. Dai segni sui lati interni dei fittoni, si intuisce che più di un automobilista ha sbagliato, negli anni, le misure.
Il Ristorante, con la sua carta dei vini, non amplia ma rappresentativa di alcune regioni italiane, rischia di dilatare le dimensioni del ponte, e tant'è …
Il locale è un bel colpo d'occhio, in cima all'alzaia e a guardia del ponte. Mi sarei aspettato di vedere una garitta ed una sbarra bianca e rossa, a limitare il confine tra le province di Mantova e di Cremona.
Oggi il verde impera. La giornata è calda e, dopo le ultime piogge, la primavera sembra impaziente di prendere possesso delle campagne circostanti.
Uno sguardo all'Oglio, il rimando a dopo e subito dentro!
All'ingresso, alcune foto con Carlin Petrini di Slow Food, con Sergio Cofferati (per le origini nella bassa cremonese?) e con Edoardo Raspelli (per dovere d'ufficio?) illustrano la buona frequentazione del locale.
Pur essendo Pasquetta, i tavoli non sono troppo stretti tra loro e il servizio si dimostra abbastanza puntuale, pur con la tendenza e sfalsare un po' troppo la “consegna” dei piatti di orine comune. Voglio dire che non sempre i primi son arrivati assieme e nemmeno i secondi, con una pericolosa tendenza ad obbligare i commensali ad un gesto sgarbato nei confronti degli altri o ad attendere col rischio che il piatto si freddi.
Ma è Pasquetta e qualcosa piccolo scotto bisogna pur pagarlo.
La carta, in conto delle aspettative, è una piccola delusione. Il menù di Pasqua e Pasquetta ha cancellato molti dei must del locale: spariti i tortelloni di zucca, spariti i saltarei, del pesce di fiume resta solamente un antipasto ed una seconda portata.
Io e Claudio prendiamo un antipasto a testa: l'insalatina calda di coregone, io, e delle crespelle con la robiola, lui.
L'insalata è molto buona, saporita senza sopraffare il gusto del coregone, accompagnata da una insalatina fresca e tenera e condita con un olio veramente ben scelto, equilibrato nei sentori, seppure deciso e presente in bocca.
Se dovessi tentare la ricostruzione del piatto nella mia cucina tenderei a servirlo “tiepido”, piuttosto che caldo; ma è un'osservazione del tutto personale.
Le crespelle son piaciute a Claudio, tanto dall'indurlo a non tacere il suo plauso alla gentile cameriera, con preghiera di inoltrarlo al cuoco (che abbiam saputo poi essere una giovan cuoca).
Io ho saltato il “primo”, avendo deciso, già lungo il viaggio, di attenermi al pesce d'acqua dolce e, come detto, tra i primi il pesce brilla per la sua assenza.
Gli altri han preso:
Frenci, la mia metà, un piatto di tortelloni col coniglio, dove il coniglio è la base del ripieno e il condimento è quello a base di burro fuso e parmigiano. Buoni ma non buonissimi: la sfoglia è rimasta (solo oggi?) eccessivamente alta, da tortelloni extra size, mentre questi son poco più grandi che il tortellino di pianura.
Claudio e la Lore si sono orientati su un piatto di ravioli con le prugne. Li ho assaggiati e mi son piaciuti più dei tortelloni di Francesca. Più indovinati nella sintesi tra i sapori del formaggio e delle prugne. Interessanti.
Come seconda portata, io son andato, in simbiotica coppia con Frenci, sul pesce: una frittura di persico, porri e carote. Buona anche questa. Forse un poco ardita, nel tentativo di dare al filetto di persico una croccantezza, con la frittura, che usualmente non ha. Infatti, per aiutare la struttura del piatto, le verdure son tagliate a striscioline molto sottili e fritte con una pastella leggerissima. L'insieme è, comunque, molto gradevole.
Claudio è andato su un filetto di manzo alle erbe di Provenza che, a suo dire, unisce tenerezza delle carni, buona cottura e delicatezza dell'accompagnamento di erbette.
La Lore si è fatta tentare dal capretto al forno con rosmarino, accompagnato da una polenta tradizionale.
Non si è sperticata nelle lodi e credo che questa portata si possa considerare la meno apprezzata, pur essendo la più in “calendario”.
Un accompagnamento di patate al forno discrete ma non altro, più per la qualità delle patate in sé che per la cottura e il condimento.
Abbamo chiuso con quattro dessert: una pastiera napoletana, una semplice coppetta di fragole e due gelati alla crema con fragole.
La crema ha ricevuto il plauso di chi l'ha assaggiata, le fragole un poco indietro di maturazione e la pastiera napoletana aveva perso ogni sentore di acqua di rose.
Quindi dessert senza infamia e senza lode.
Abbiamo bagnato i piatti con due bottiglie d'acqua, con e senza bollicine, un Lugana Le Corti veramente buono ed un Fiano d'Avellino discreto (pur avendo noi ordinato una Falanghina, abbiamo consumato in silenzio il Fiano per punirci del fatto di esserci versato un bicchiere a testa ed aver commentato l'errore solamente a bicchiere vuoto e con la bottiglia ormai a “mezzo corpo”).
Quattro caffè, di cui uno d'orzo, rigorosamente in tazza grande (ma c'è qualcuno che sia solito ordinare il caffè d'orzo in tazza piccola? Io non conosco nessuno: si attende autodenuncia!), hanno chiuso il pranzo.
Conto di €. 184, pari a 46 a testa, un poco più alto del “corretto”, in relazione a quanto servito … sempre e solo un'opinione!
Valutazione conclusiva positiva, anche se leggermente inferiore alle aspettative: tre cappelli pieni.
Per andare oltre occorre equilibrare meglio il menù alla carta e correggere alcuni dettagli dei piatti.
La sala strapiena non aiuta, probabilmente, a dare il meglio di sé. Col pudore del “dilettante”, l'impressione è che la cucina possa andare oltre…

Consigliato!

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[joy]
05/04/2010
Bella, dettagliata e completa la recensione.
Complimenti emoticon
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[Reginalulu]
05/04/2010
Complimenti anche da me: racconto dei colori e dei sapori impeccabileemoticon
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[tranzollo]
05/04/2010
Io ci sono andato diverse volte e sempre di domenica ed ho mangiato benissimo. Per me è uno dei posti migliori in assoluto dove sono mai stato.Mi dispiace che tu abbia avuto un'esperienza non del tutto entusiasmante, secondo me sarebbe sufficiente riprovare al di fuori delle grosse festività.
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[carolingio]
05/04/2010

Bravo Gerry, oltre ai sapori e ai colori, anche una piacevole descrizione dell'intorno. Eh,... se andavi via Mantova Sud facevi qualche km. in meno e più veloce credo...
Piace anche a me il lavarello (se corrisponde al coregone) e pure il persico.
Ottima recensione! emoticon
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[Gerry]
06/04/2010
Grazie a tutti per gli apprezzamenti!
Per Tranzollo: anch'io, come ho scritto, penso che si mangi bene. Probabilmente, oltre al "limite" della festività che intasa ed appesantisce la cucina, c'è una diversa metrica nel dare i "voti", ma questo, ovviamente, è dato dalle linee guida che, mi ripeto, danno conto dei contenuti minimi ma non danno indicazione di come "classificare" il locale, tra cucina, servizio, prezzi e/o altro.
Per Carolingio: per quanto ne so, lavarello e coregone son lo stesso pesce; sono i/dentici (per citare una vecchia barzelletta)