C’eravamo già stati l’estate scorsa, in una sera da tregenda che portò anche una abbondante spruzzata di neve, ci siamo tornati quasi per caso, perché era il turno di riposo di un altro ristorante.

L’ambiente non è cambiato, quest’anno però il coperto si paga.

Veniamo fatti subito accomodare, non c’è ressa, tovagliato pesante, doppio bicchiere, doppie posate, come già lo definii, “rustico di classe”, anche i piatti proposti, pochi, sono “regionali rivisitati”.

Io ed Andrea partiamo con un antipasto condiviso, carpaccio di cervo e verza, discreto, ricercato, porzione veramente “mini” per un antipasto che viaggia a 12 euro!

Gherta preferisce stare “leggera” ed ordina un’abbondante zuppa fumante di carote e patate, a me le minestre non piacciono, ma lei gradisce moltissimo il genere.

Originale ed assolutamente ottimo il primo ordinato da Andrea, tortelli di cervo con crema di cappuccio e mela, già il colore viola della crema è coreografico, delicatissimi i tortelli, nonostante il ripieno del nobile animale.

Ma il clou è il mio piatto, filetto di maiale cotto a bassa temperatura con patate, speck, cipolle di tropea caramellate e riduzione di birra, delicatamente rosato, tenerissimo, notevole il contrasto fra l’affumicato dello speck e il dolce delle cipolle, veramente un piatto da gourmet.

Ho accompagnato questa stupenda pietanza con un ottimo quartino di cabernet, per gli astemi, acqua.

Non ci fermiamo qui, strudel di mele per loro e Torta Sacher “ricetta originale” per me,

Completo con un discreto caffè.

A volte la ricerca di piatti originali porta un po’ ad uscire dai canoni di una radicata cucina locale, questa sera i piatti proposti hanno creato un connubio perfetto ed assolutamente gradito.

Forse un “pelino” caro, ma professionalità, gentilezza, qualità del cibo proposto, nessuna sbavatura, fanno si che ci stia qualche euro in più.

Ci fermiamo a quattro cappelli, ma siamo molto prossimi ad un qualcosa in più.

Consigliatissimo!!